lunedì 20 giugno 2011

LA CREATIVITA' E LA DIAGNOSI PSICOLOGICA

 

 




L’utilizzo delle produzioni spontanee di un artista, per comprenderne le caratteristiche di personalità non è nuovo, ma questa tecnica di indagine può essere applicata a pochi soggetti (gli artisti!) e non è considerata scientifica, perché si basa esclusivamente sull’intuizione.

Rorschach, psichiatra svizzero con una grande passione per la pittura, ideatore del famoso “
test delle macchie”(1921), fu il primo ad utilizzare stimoli visivi per lo studio della personalità di qualsiasi individuo, anche non particolarmente dotato sul piano artistico. Egli, basandosi sulle teorie psicoanalitiche, cercò di comprendere come le abilità creative di un individuo si inseriscono nella dinamica della personalità. Notò che gli individui, nell’interpretazione delle sue tavole, si basavano non solo sul dato percettivo (ovvero su ciò che era visibile nell’immediato), ma le risposte erano anche influenzate dai vissuti personali (come esperienze, fantasie, paure) che, nel caso in cui fossero presneti patologie, erano così coinvolgenti da sopraffare la percezione dell’individuo.

Il test di Rorschach fa parte della categoria dei test proiettivi, così chiamati perché si basano sul meccanismo psicologico della proiezione. Il termine proiezione fu introdotto per la prima volta da S. Freud nel 1896 per indicare l’attribuzione ad altri di sentimenti e qualità proprie, mediante un processo difensivo inconscio. Questo meccanismo psicologico si può notare anche al di fuori della patologia: ad esempio molti bambini raccontano storie inventate ,i cui protagonisti fantastici hanno le paure o i desideri del narratore.


I metodi proiettivi nascono per provocare sperimentalmente la proiezione attraverso uno stimolo esterno non strutturato, ovvero del materiale ambiguo, senza un preciso significato, come potrebbe essere un disegno dai contorni mal definiti o una sagoma umana in penombra, di cui non si possa capire né il sesso né l’età. La proiezione avviene mentre si cerca di strutturare lo stimolo. Senza rendersene conto, il soggetto attribuisce allo stimolo i propri timori, bisogni, conflitti.

Esistono dei tests proiettivi ideati appositamente per i bambini, in quanto gli stimoli proposti a persone adulte non sempre sono adeguati per soggetti in giovane età.

Tra questi metodi (alcuni dei quali utilizzabili anche per adulti) possiamo distinguere tre principali categorie:


- Tests proiettivi tematici: chiedono di inventare una favola partendo da uno stimolo dato. Molti di essi sono costituiti da tavole i cui protagonisti sono degli animali, perché in tenera età è più facile identificarsi con degli animali anziché con delle persone. Tra i tests di questo tipo, tra i più conosciuti si possono citare il C.A.T., composto da dieci tavole raffiguranti animali in varie situazioni, il Blacky, le cui undici tavole raffigurano un cagnolino nero e la sua famiglia, o il P.N. dove il protagonista è Patte-Noir, un maialino con una macchia nera. Le varie tavole disegnate permettono al bambino di esprimere attraverso dei racconti le problematiche inerenti ai primi anni di vita, quali la gelosia nei confronti di eventuali fratelli, la voglia di diventare “grandi”, sensi di colpa, aggressività, curiosità sessuale. Sono stati ideati altri tests che richiedono al soggetto maggiore inventiva, in quanto, oltre a pensare una storia, invitano a costruire qualcosa. Tra questi si può citare il M.A.P.S., le cui tavole non rappresentano delle scene, ma bensì degli scenari (come se si trattasse di uno sfondo teatrale) su cui il soggetto deve costruire una scena utilizzando delle sagome in cartone. Dopo aver costruito la scena, il soggetto racconta una storia per spiegarne il significato.


- Tests proiettivi di costruzione con oggetti: anziché chiedere di raccontare, si chiede di costruire, con del materiale che viene fornito. A questa categoria appartiene lo Sceno-test, somministrabile a quei soggetti che, per varie cause, non possono o non vogliono esprimersi attraverso il disegno o il linguaggio. In questo caso, si chiede al soggetto di costruire una scena, usando delle sagome di persone, animali, oggetti e vari parallelepipedi. Può essere usato sia nella diagnosi che nella psicoterapia. La scena costruita dal soggetto può essere espressione della realtà (fornendo ulteriori dati sulla vita del paziente), oppure riflettere dei vissuti interiori (come sentimenti o preoccupazioni). Un test simile è il Test del Villaggio, ideato partendo dall’osservazione che i bambini usano spontaneamente, nei loro giochi, degli oggetti per produrre un mondo immaginario. Si chiede al bambino di costruire un villaggio utilizzando i pezzi forniti dall’esaminatore, la costruzione che ne risulta, seguendo specifici criteri di interpretazione, dà informazione sull’intelligenza, la tendenza all’introversione o estroversione, capacità di socializzazione, grado di conformismo.


- I tests proiettivi di completamento: presentano al soggetto una situazione parzialmente sviluppata, chiedendogli di completarla come meglio crede, senza pensarci troppo. Tra questi, ve ne sono alcuni che chiedono di completare una storia interrotta (test delle favole di Duss), completare delle frasi (test di Sacks), di rispondere a ipotetiche situazioni di frustrazione (test di Rosenzweig), di completare dei disegni (test di Wartegg). Le modalità singolari con cui si completa lo stimolo danno preziose indicazioni sul mondo interiore della persona.


Le tecniche proiettive sono molto importanti nella diagnosi psicologica, perché consentono di indagare aspetti della persona che non sono misurabili da questionari o interviste e permettono a persone poco dotate artisticamente di potersi esprimere. Inoltre, l’interpretazione dei risultati, non è lasciata all’arbitrarietà dell’esaminatore, ma richiede il rispetto di severi criteri e una buona esperienza. Vi sono comunque degli psicologi che preferiscono non fare affidamento a queste tecniche d’indagine in quanto ritengono che l’influenza della personalità dell’esaminatore possa alterare sia le modalità di somministrazione, che i risultati finali.


(Contributo on-line)
 

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