giovedì 2 giugno 2011

IL TEATRO COME SCIENZA UMANA

Eccoci a descrivere, nella teoria e nella prassi il magico mondo del teatro, dal senso del suo esistere e dalla sua storia alle sue interessantissime connessioni con la psicologia e la pedagogia.
Da diversi anni mi occupo di teatro e musica, sia come professionista, sia come insegnante, ed ho potuto notare come, praticando queste arti, singolarmente ed in gruppo, si possano affinare le competenze relative alla socializzazione, alla comunicazione e al cambiamento, praticare la creatività personale e la disponibilità verso il gruppo, lavorare sul sé e sulla propria autostima e divertirsi grazie al grande gioco del teatro.
Per quanto riguarda la connessione con la psicologia dello sviluppo e dell’arco di vita, ho potuto notare, grazie all’esperienza con svariate fasce d’età (bambini, adolescenti, adulti, anziani) come la prassi laboratoriale e teatrale sia indicata per abituare al cambiamento e all’adattamento rispetto alle dinamiche socio-ambientali e socio-culturali, a uno sviluppo aperto, accettante e sicuro della personalità, ad affinare le proprie abilità cognitive ( soprattutto quelle relative alla socialità) e ad una gestione fluida dei ruoli e dei loro cambiamenti nel corso della vita.
In merito al collegamento con la Pedagogia o educazione alla teatralità,  mi  sono avvicinato a tutti quei pedagogisti, soprattutto quelli delle Scuole Nuove e dell’Attivismo Pedagogico, che teorizzavano una scuola aperta, propensa alla concezione dell’apprendimento come attività del “Fare” e del praticare, del gioco come attività formativa.





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