giovedì 7 luglio 2011

GUIDA BIBLIOGRAFICA ALL'APPROFONDIMENTO DI ARGOMENTI DI PEDAGOGIA, DIDATTICA E PSICOLOGIA DELLA CREATIVITA'








Educare alla creatività
 
a) La creatività è una caratteristica di qualche aspetto specifico (l'intelligenza, il "senso estetico", il "temperamento"?) della persona umana o è una qualità che pervade tutta l'esistenza dell'individuo? Perché dobbiamo educare gli individui a essere creativi? Qual è il posto dell'educazione alla creatività nell'ambito dell'educazione in quanto tale?
 
F.Larocca, Oltre la creatività: l'educazione, La Scuola, Brescia 1983. Un volume di 233 pagine.
Il libro affronta in termini critici il tema dell'educazione alla creatività, facendo prevalente riferimento a questioni pedagogiche e filosofiche e a problematiche di tipo fondativo ed etico-valoriale.
Nella parte centrale del testo (capitoli 4-8) sono presi in esame i contributi offerti dalla psicologia allo studio della creatività. Sono trattate, accompagnate da osservazioni e obiezioni, le prospettive gestaltista (Wertheimer, Lewin), fattorialista (Guilford), associazionista (Koestler), psicoanalitica (Freud, Kris, Kubie, M.Klein, Arieti), umanistico-esistenziale (Goldstein, Maslow, Rogers, Allport, Frankl) e cognitivista (Piaget, Bruner).
Nell'ultimo capitolo sono descritte e discusse alcune procedure di sviluppo del pensiero creativo (brainstorming, sinettica, biassociazione, concassage).
 
M.Mencarelli, Creatività, La Scuola, Brescia 1976. Un volume di 125 pagine.
Il libro è incentrato sugli aspetti educativi della creatività. Nei primi capitoli l'Autore delinea una concezione della creatività -intesa quale espressione delle potenzialità dell'intera persona- che scongiuri in sede pedagogica e didattica interpretazioni e proposte riduttivistiche, facenti perno su aspetti parziali della dimensione creativa del'uomo. I contributi psicologici cui Mencarelli fa qui prevalente riferimento sono quelli della psicoanalisi dell'Io (Erickson) e della psicologia umanistica (Rogers e Maslow).
Nelle successive parti del libro si passa a considerare temi più strettamente legati all'educazione scolastica, mentre negli ultimi capitoli il discorso si sposta sul rapporto tra autorealizzazione, valori e creatività.
 
M.Mencarelli, Potenziale educativo e creatività, La Scuola, Brescia 1972. Un volume di 464 pagine.
L'Autore svolge in questo testo un ampio e articolato discorso a rigurdo del significato dell'educazione alla creatività.
Nella prima parte del volume è presentata una rassegna dei contributi offerti dalla psicologia allo studio dela creatività. Viene preliminarmente chiarito, attraverso una ricostruzione storica, il concetto di intelligenza. Segue la descrizione delle teorie sulla creatività sviluppate dai fattorialisti, dai gestaltisti, dagli psicoanalisti e dagli psicologi umanistici. Il quadro è completato -aspetto originale del libro di Mencarelli- dalla sintesi delle ricerche compiute sui superdotati e sul pensiero delle popolazioni primitive e delle posizioni assunte dalla psicologia filosofica (Bergson, Husserl, Sartre).
La seconda parte tratta degli aspetti sociali e delle determinanti culturali (Lévi-Strauss) dell'intelligenza e dello sviluppo intellettivo e di alcuni aspetti della cultura di massa.
Nella terza parte sono illustrate alcune prospettive filosofiche sulla creatività: l'idealismo, l'esistenzialismo, il pragmatismo e il personalismo.
La quarta parte prospetta una sintesi della concezione della creatività quale emerge dai contributi interdisciplinari precedentemente riferiti e in relazione alla persona, di cui vengono illustrate le varie dimensioni.
La quinta parte tratta dello sviluppo mentale dell'individuo; la sesta parte di problematiche legate all'istruzione scolastica.
In ciascuna sezione del libro il tema della creatività è inserito in discorsi e orizzonti più ampi in cui si fa riferimento al generale problema dell'educazione.
Il discorso svolto dall'Autore nel presente volume sarà da lui ripreso nel successivo Creatività e valori educativi (La Scuola, Brescia 1977).
 
A.Sbisà, La creatività. Il processo educativo tra ideologia e emancipazione, Le Monnier, Firenze 1976. Un volume di 148 pagine.
Nell'Introduzione del libro l'Autore espone le ragioni di tipo culturale e sociale che hanno motivato negli ultimi decenni l'interesse per lo studio della creatività (pp.7-30).
Nel secondo capitolo vengono presentati sinteticamente alcuni contributi della psicologia all'indagine sul pensiero creativo: vengono mosse obiezioni all'impostazione fattorialista di Guilford (pp.33-36), vengono richiamati i risultati della ricerca dell'Andreani e della Orio (pp.37-39), sono ricordati i contributi di Bartlett (pp.39-40) e di Dewey (pp.47-52), sono presentate le idee che stanno alla base dell'approccio gestaltista (pp.58-64). Sono infine discussi i rapporti tra creatività e arte.
La discussione delle più generali problematiche in cui si inserisce la questione della creatività è condotta con prevalente riferimento a considerazioni di tipo sociologico (soprattutto alle teorie della Scuola di Francoforte) o esistenziale.
 
 
Si vedano poi gli Atti di due convegni:
 
As.Pe.I., Creatività e educazione, Tipo-Stampa, Città di Castello, s.d.. Un volume di 166 pagine.
La pubblicazione riporta gli atti del XV Congresso Nazionale dell'Associazione Pedagogica Italiana (As.Pe.I.) tenutosi a Siena nei giorni 11-14 otobre 1981.
Il testo si compone di due lunghi contributi e dei resoconti dei 5 gruppi di lavoro previsti dal convegno.
L'articolo di G.M.Bertin affronta il tema della creatività nei suoi aspetti filosofici, soprattutto esistenzialistici. A complemento della relazione di Bertin sono, stampati in Appendice, i testi di 3 comunicazioni di Autori diversi.
L'articolo di M.Mencarelli rivisita i risultati delle indagini psicologiche sulla creatività e delinea alcune prospettive per un discorso pedagogico sulla creatività stessa.
 
Autori Vari, Creatività, educazione e cultura, Istituto dell'Enciclopedia Italiana (Ufficio Attività Culturali), Roma 1980. Un volume di 330 pagine.
Il libro raccoglie le relazioni presentate a un convegno organizzato a Venezia, nei giorni 9-11 novembre 1978, dalla Fondazione G.Cini e dal Ministero della Pubblica Istruzione. Le prime due sezioni del volume includono articoli eterogenei in cui vengono trattati prevalentemente aspetti della creatività legati alla produzione artistica (figurativa, architettonica e letteraria), sia da parte degli stessi artisti sia da parte di psicologi (per la maggior parte di orientamento psicoanalitico). Compaiono anche interventi dedicati ad aspetti filosofici e socio-antropologici della creatività.
La terza sezione comprende contributi sulla pedagogia e la didattica della creatività. Tra questi si segnalano una breve storia della pedagogia della creatività (pp.185-195), alcuni specifici interventi sul tema della creatività nell'ambito dell'educazione linguistica, dell'educazione matematica e dell'educazione permanente. Il testo si conclude con la descrizione di alcune esperienze condotte con bambini in cui la creatività degli individui è stata studiata e/o promossa attraverso la produzione grafica e attraverso la rappresentazione dello spazio urbano.
 
 
b) L'odierna organizzazione della vita sociale, le abitudini di vita e i sistemi di comunicazione in che direzione e in che misura agiscono sulla creatività dell'individuo?
 
A.Faeti, Un sogghigno senza gatto. Creatività, condizionamento e organizzazione del consenso nell'educazione, Dedalo, Bari 1979. Un volume di 301 pagine.
Il libro sviluppa una critica dei mezzi di comunicazione di massa quale canale di informazione e di educazione che, attraverso processi di condizionamento, organizza il consenso dei bambini attorno a stereotipi di pensiero e di comportamento.
Nel volume sono descritte alcune analisi condotte dall'Autore a riguardo di alcuni prodotti usualmente fruiti dai bambini: fumetti, pellicole cinematografiche, trasmissioni televisive, messaggi pubblicitari. Altre analisi sono compiute da Faeti su materiale prodotto dai propri alunni: composizioni scritte o disegni a tempera. L'intento dell'Autore è quello di mettere in luce come i contenuti e le forme di linguaggio veicolati dai mezzi di comunicazione si ripropongano nell'espressività infantile, condizionandola secondo i propri meccanismi.
C.E.Moustakas, Creatività e conformismo, Ubaldini, Roma 1969. Un volume di 151 pagine.
(originale. Creativity and conformity, Van Nostrand, New York 1967).
Il libro raccoglie una serie di conferenze tenute dall'Autore in varie occasioni. I temi affrontati, di tipo prevalentemente sociologico e pedagogico, riguardano soprattutto i problemi etici e valoriali collegati allo sviluppo della persona umana.
Le problematiche più propriamente psicologiche presenti nel volume, sviluppate con riferimento alla psicologia clinica e alla psicologia umanistico-esistenziale, toccano argomenti quali l'autenticità dell'esperienza, la costituzione del Sè, il rapporto con la realtà e con le altre persone, le forme di comunicazione.
 
 
c) Che cosa può fare la scuola per stimolare la creatività dei bambini? Può esistere una scuola creativa?
 
A. Beaudot. Il problema della creatività nella scuola, SEI, Torino 1976. Un volume di 199 pagine.
(originale: La creativité à l'école, PUF, Paris 1969).
Il volume presenta un breve sommario dei principali studi anglo-sassoni sulla creatività ad opera di Guilford, Getzels e Jackson, Torrance, Cropley, Wallach e Kogan, Mednick. In particolare, vengono riassunti i risultati di ricerche compiute sul rapporto tra creatività e intelligenza e tra creatività e personalità. Sono inoltre descritti, corredati di annotazioni critiche, i test di creatività impiegati da Guilford, Torrance e Wallach e Kogan.
Il terzo e sesto capitolo sono dedicati alla discussione di problematiche pedagogiche e didattiche legate alla creatività. Un capitolo del testo (il quinto) prospetta alcune possibili estensioni all'educazione linguistica di idee maturate nell'ambito dello studio del pensiero creativo.
Il libro include tre Appendici: una riassume il modello della struttura dell'intelletto elaborato da Guilford; un'altra presente i punti principali della teoria linguistica di Chomsky; l'ultima descrive le ricerche italiane condotte sul pensiero creativo.
 
E.Becchi, Appunti per un'educazione alla creatività, A.Nicola e C., Milano-Varese 1963. Un volume di 97 pagine.
Il libro offre una rassegna critica dei contributi anglo-sassoni -i quali, alla data di pubblicazione del presente testo iniziavano ad essere conosciuti in Italia- allo studio della creatività.
Inizialmente l'Autrice, facendo riferimento alle espresse in campo pedagogico da filosofi quali Dewey e Whitehead e alla concezione dell'intelligenza di Bartlett, sviluppa alcune considerazioni generali circa il significato dell'educazione al pensiero creativo.
 
La Becchi tratteggia quindi la storia della ricerca psicologica sulla creatività: prende in esame gli studi sperimentali sull'immaginazione condotti nei primi anni del secolo e i primi test costruiti per la misurazione delle abilità di tipo creativo; accenna alle condizioni socio-culturali che hanno motivato, a partire dagli anni '50, l'interesse per questo campo di indagine; si sofferma a descrivere le ricerche svolte da Getzels e Jackson e da Torrance, con particolare attenzione ai fattori della creatività legati all'ambiente familiare e all'adattamento sociale.
Successivamente vengono illustrate le prospettive teoriche affermatesi nello studio della creatività: quella gestaltista, quella fattorialista e quella psicoanalitica. Il volume si conclude con una dettagliata disamina delle prove impiegate per valutare la creatività dei soggetti in età scolare e con la presentazione di alcuni programmi didattici volti allo sviluppo della creatività.
 
H.Lytton, Creatività e educazione, Bulzoni, Roma 1977. Un volume di 214 pagine
(orig.: Creativity and education, Routledge and Kegan Paul, London 1971).
Nel primo capitolo del libro viene discussa la definizione di "creatività" in relazione a termini quali "immaginazione", "intuizione", "incubazione" e "illuminazione". Con riferimento ad autori quali Bruner, Bartlett e Koestler vengono delineati i caratteri essenziali del pensiero creativo. Viene infine discussa la creatività artistica e scientifica.
Il secondo capitolo è dedicato allo studio delle componenti cognitive della creatività. Vengono illustrati i limiti dei tradizionali test di intelligenza e vengono riassunte le ricerche di Guilford, di Getzels e Jackson, di Wallach e Kogan condotte a riguardo dei rapporti tra creatività e intelligenza. La descrizione dei test di pensiero creativo (alcuni esempi dei quali sono riportati in Appendice) è accompagnata dalla discussione dei collegati problemi metodologici.
Il terzo capitolo tratta della personalità dell'individuo creativo e del rapporto tra creatività e malattia mentale.
Nel quarto e quinto capitolo è affrontato il tema dei fattori che incidono sullo sviluppo della creatività: la famiglia, l'educazione pre-scolastica, l'atteggiamento degli insegnanti, i training strutturati.
 
M.Mencarelli, Metodologia didattica e creatività, La Scuola, Brescia 1974. Un volume di 556 pagine.
Il presente testo costituisce la prosecuzione del discorso avviato dall'Autore nel precedente Potenziale educativo e creatività. In quest'ultima opera veniva sottolineata e fondata l'importanza educativa della creatività; in Metodologia didattica e creatività si avanzano considerazioni con più preciso riferimento all'istruzione scolastica.
Nella prima parte del volume vengono riassunte le principali prospettive psicologiche e pedagogiche in tema di apprendimento. La seconda, terza e quarta parte trattano del ruolo della scuola nell'educazione, affrontando talora temi specifici, quali la valutazione.
Le parti successive del libro sono dedicate ciascuna a un ambito dell'attività educativa scolastica: l'educazione professionale, l'educazione linguistica, l'educazione artistica, l'educazione scientifica e matematica, l'educazione nell'ambito delle materie storico-sociali, l'educazione religiosa. In ciascun ambito il discorso sulla creatività -il quale occupa una parte limitata della trattazione- è inserito in più generali discorsi circa le finalità e le procedure didattiche di ciascuna disciplina scolastica.
T.P.Powell, L'apprendimento creativo, Giunti-Barbera, Firenze 1974. Un volume di 175 pagine.
(originale: Creative learning in perspective, University of London Press, London 1972).
Il primo capitolo del libro è dedicato alle ricerche sul rapporto tra creatività e intelligenza e all'elenco di varie definizoni della creatività.
Il secondo capitolo tratta dello sviluppo dei processi di apprendimento (l'imitazione, il gioco, ecc.) e delle condizioni psicologiche e ambientali che permettono l'emergere di comportamenti creativi. Tra queste condizioni vengono assunte in esame l'autosufficienza e l'indipendenza dell'individuo, l'adattamento di quest'ultimo alla propria situazione.
Il tema è ripreso più distesamente nel terzo capitolo. Viene innanzi tutto precisato che alla scuola non può essere domandato di produrre la creatività, ma di stimolarla e contribuire al suo sviluppo.
Benché l'Autore ritenga che una rigida separazione delle materie di cui si compone un curricolo scolastico sia di ostacolo all'educazione alla creatività, egli, nel quarto capitolo, presenta dettagliate proposte di sviluppo del pensiero creativo per ciascun ambito disciplinare: linguistico, artistico-manipolativo, espressivo-motorio, scientifico, matematico, musicale, storico-geografico (studi sociali), etico-religioso. Per quanto concerne la composizione scritta, Jones prospetta indicazioni didattiche volte a favorire l'impiego delle valenze figurative del linguaggio (metafora, somiglianza, ecc.). Nell'ambito delle attività espressivo-motorie vengono prese in considerazione la ginnastica, la danza, il mimo, la recitazione, i burattini. Per quanto riguarda l'educazione musicale sono prospettati usi creativi dei tradizionali metodi Orff e Kodàly. Infine, nell'istruzione matematica e scientifica la creatività può essere sollecitata per mezzo dell'osservazione e del cosiddetto "apprendimento attraverso la scoperta".
Il quinto capitolo è dedicato all'esame critico dei principali strumenti diagnostici del pensiero creativo. Sono brevemente descritte le prove di creatività ideate da Guilford, Torrance, Barron, Getzels e Jackson, Wallach e Kogan. Vengono quindi riassunti i risultati di ricerche condotte in Gran Bretagna sul rapporto tra creatività e intelligenza. Particolare attenzione è riservata alla discussione della validità dei test di creatività.
Nell'ultimo capitolo si muovono considerazioni a riguardo della rilevanza sociale dello studio e dello sviluppo delle potenzialità creative dell'umanità.
 

 Studiare la creatività
  
 
a) Come orientarsi nel vasto panorama della psicologia della creatività? Quali testi possono fornire un quadro generale della problematica?
 
A.Beaudot, La creatività, Loesher, Torino 1977. Un volume di 327 pagine.
(originale: La créativité, Bordas, Paris 1973).
Il libro raccoglie le traduzioni di ricerche statunitensi sulla cratività. Il testo si articola in tre sezioni: "L'identificazione della creatività", "La personalità creativa" e "Educazione e ambiente".
Tra i brani riportati nella prima parte del volume compaioni esposizioni sintetiche dei risultati delle classiche indagini di Getzels e Jackson e di Wallach e Kogan (in Appendice vengono riportati il materiale e le istruzioni delle prove di creatività impiegate da questi ultimi autori).
Nella seconda sezione sono inseriti articoli di Barron, Mac Kinnon, Kubie e Mac Clelland.
La terza parte riguarda aspetti dell'educazione alla creatività, quali l'ambiente familiare, i corsi di sviluppo del pensiero creativo, la motivazione.
L'antologia si apre e si chiude con due contributi di Guilford: il primo è la nota prolusione del 1950 con la quale si inaugura lo studio scientifico della creatività e il secondo è un articolo del 1970 in cui l'autore traccia il bilancio di un ventennio di ricerca sulle problematiche psicologiche legate alla creatività.
 
A.J.Cropley, La creatività, La Nuova Italia, Firenze 1969. Un volume di 148 pagine.
(originale: Creativity, Longmans, Green and Co., London 1967).
Il volume tratta, con linguaggio piano, il tema della creatività con particolare riferiemento ai problemi di ordine educativo ad esso connessi.
La prima parte del libro insiste nel sottolineare l'inadeguatezza del quoziente intellettivo quale misura globale delle risorse cognitive dell'individuo e nel delineare la creatività come abilità divergente, distinta dalle abilità convergenti implicate nella soluzioni di problemi -simili a quelli impiegati nei tradizionali test d'intelligenza- che permettono un'unica risposta esatta. Nel terzo capitolo sono brevemente illustrate varie teorie della creatività, tra le quali la teoria associazionistica di Mednick e quelle degli "psicologi della conoscenza" (termine con cui l'Autore designa i cognitivisti e gli studiosi degli stili cognitivi). Nel medesimo capitolo sono anche discussi i rapporti tra creatività e personalità.
Gli ultimi capitoli affrontano argomenti legati alla pedagogia della creatività, quali l'atteggiamento educativo dei genitori e il comportamento degli insegnanti verso il bambino creativo. Il volume si conclude con due Appendici. La prima descrive in dettaglio le ricerche sulla creatività condotte da Cropley e due ricerche italiane sul medesimo tema (quella della Fattori e una, in fase di svolgimento all'epoca della pubblicazione del libro, di Egle Becchi). La seconda Appendice descrive e discute i test di creatività messi a punto da Guilford, Torrance, Wallach e Kogan, Calvi.
 
V.Rubini, La creatività. Interpretazioni psicologiche, basi sperimentali e aspetti educativi, Giunti Barbera, Firenze 1980. Un volume di 223 pagine.
Il volume costituisce una chiara e completa presentazione della ricerca psicologica scientifica degli ultimi 70 anni sulla creatività.
Nel primo capitolo sono descritti i principali orientamenti teorici circa lo studio delle componenti cognitive della creatività; il secondo capitolo discute i risultati sperimentali raccolti a riguardo dei rapporti tra creatività e intelligenza. Il terzo capitolo riassume quanto oggi noto circa il profilo personologico degli individui creativi.
Il quarto capitolo illustra le prospettive psicologiche nell' interpretazione della creatività; il quinto capitolo discute le problematiche relative alla creatività attinenti ai contesti educativi. Conclude il volume una ricca bibliografia.
 
 
b) Che cosa contraddistingue il pensiero creativo? Quali sono gli aspetti cognitivi della creatività?
 
A.Pagnin e S.Vergine, Il pensiero creativo, La Nuova Italia, Firenze, 1974. Un volume di 145 pagine.
Questo testo raccoglie 12 brani, opportunatamente introdotti, di vari autori a riguardo degli aspetti intellettivi della creatività. Alcuni di questi brani sono di psicologi italiani (Calvi. Andreani e Orio) che si sono interessati al problema ; altri brani sono tratti dalla traduzione italiana di classiche opere sul pensiero in generale (Bartlett, Berlyne) o sul pensiero creativo in particolare (Wertheimer). Infine, parte del contenuto del libro è invece costituita da passi tratti da materiale non precedentemente tradotto in italiano (Guilford, Getzels e Jackson, Mednick).
Il volume include anche alcuni documenti autobiografici di Poincarè, Mozart e Picasso, quale testimonianza diretta della creatività in ambito scientifico e artistico. Conclude il testo una succinta bibliografia ragionata.
La lettura delle parti introduttive ai brani antologici riportati nel libro è utile a inquadrare storicamente gli autori esaminati e a conoscere per sommi capi il loro pensiero a riguardo di alcuni aspetti della creatività.
Al termine di ogni capitolo del testo è riportato un breve questionario volto a stimolare, attraverso alcune domande relative al brano antologico precedente, la riflessione e la discussione.
 
 
c) Quali sono le caratteristiche della personalità creativa? Quali sono i tratti creativi della personalità? Come vive l'esperienza l'individuo creativo?
 
H.H.Anderson (a cura di), La creatività e le sue prospettive. Relazioni presentate al simposio interdisciplinare sulla creatività promosso dalla Michigan State University (USA), La Scuola, Brescia 1972. Un volume di 326 pagine.
(originale: Creativity and its cultivation, Harper and Row, New York 1959).
Il volume presenta quattordici testi in cui l'argomento della creatività viene affrontato a partire da prospettive differenti.
Nella maggior parte dei contributi qui raccolti sono svolte considerazioni di ordine teorico, con prevalente riferimento alle questioni legate ai rapporti tra creatività e ambiente e tra creatività e personalità.
Nel libro sono incluse le relazioni di Fromm, Rogers, Maslow e May nelle quali il tema è sviluppato in riferimento alle posizioni della psicologia umanistica. Altri capitoli sono dedicati a manifestazioni della creatività in ambiti specifici di attività, quali la scienza e l'architettura.
Alcune parti del volume presentano invece rassegne o considerazioni riepilogative concernenti precisi aspetti della creatività, quali le dimensioni sociali dei prodotti, delle attività e della personalità creative, la creatività nella soluzione di problemi, la creatività nell'ambito di culture non europee.
Il libro viene concluso dal curatore con una ripresa ragionata dei vari punti toccati nell'opera dai vari Autori.
 
A.Pagnin e S.Vergine, La personalità creativa, La Nuova Italia, Firenze 1977. Un volume di 144 pagine.
Il libro offre una raccolta antologica di brani -ciascuno preceduto da un'introduzione e seguito da spunti di discussione proposti dai curatori- di Freud, Kris, Arieti, Grotjahn, Maslow, Rogers, Rokeach e Cattell.
Il testo è dedicato alla trattazione degli aspetti emozionali, personologici ed affettivi della creatività. Tuttavia, il brano di Silvano Arieti qui riportato affronta il problema dell'integrazione degli aspetti dinamici e intellettivi dell'atto creativo, aprendo interessanti prospettive allo studio delle componenti cognitive del pensiero creativo. Inoltre, nell'Introduzione al volume i curatori delineano una breve esposizione (pp.6-9) dei principali contributi psicologici allo studio degli aspetti cognitivi della creatività.
 
 
d) Quali sono le odierne prospettive della psicoanalisi in tema di creatività? L'individuo creativo è -come il bambino- un "perverso polimorfo"? Qual è il rapporto tra creatività, simbolo, cultura?
 
Autori Vari, Saggi sulla creatività, Il Pensiero Scientifico, Roma 1977. Un volume di 214 pagine.
Il volume raccoglie dieci contributi di psicoanalisti e cultori dela psicoanalisi francesi, in parte già pubblicati sulla Revue Francaise de Psychoanalyse, in parte originali.
I primi tre articoli affrontano temi generali legati alla creatività. Tra questi si segnala il testo di Ricoeur, in cui l'argomento è affrontato in prospettiva filosofica, con riferimenti ai risvolti culturali e sociali.
Altri cinque articoli sviluppano considerazioni circa la relazione tra la creatività e il problema dell'Ideale dell'Io. Gli ultimi due saggi riguardano il rapporto tra creatività e perversione e tra creatività e sublimazione.
 
J.Chasseguet-Smirgel, Per una psicoanalisi della creatività e dell'arte, Guaraldi, Rimini 1973. Un volume di 273 pagine.
(originale. Pour une psychoanalyse de l'art et de la créativité, Payot, Paris 1971)
Il libro raccoglie otto contributi di vario argomento, scritti dalla psicoanalista francese tra 1960 e il 1970, vertenti su alcuni aspetti delle dinamiche psicologiche legate alla produzione artistica.
Alcuni dei saggi qui presentati sono dedicati a ricognizioni teoriche di alcuni concetti-base della interpretazione psicoanalitica dei fenomeni artistici, quali il concetto di "riparazione" (cap.3). Altri saggi riguardano problemi di metodo (Introduzione, cap.1, 5 e 6). Altri saggi, infine, concernono analisi della personalità di singoli artisti (August Strindberg: cap.4) o riletture in chiave psicoanalitica di singole opere artistiche, letterarie ("L'usignolo dell'Imperatore di Cina", racconto di Andersen: cap.7; "La Place dell'Etoile", di P.Modiano: cap.8) e cinematografiche (cap.1 e 2).
La serie degli articoli della Chasseguet-Smirgel è preceduta da una presentazione di Anna Baruzzi in cui è tracciata una breve storia dello studio psicoanalitico dell'arte e sono sottolineati gli apporti teorici principali della psicoanalista francese.
 
Chasseguet-Smirgel J., Creatività e perversione, Cortina, Milano 1987. Un volume di 255 pagine.
Il libro della psicoanalista francese, pubblicato originariamente in lingua inglese nel 1985, affronta temi specifici della teoria freudiana, al cui riguardo propone alcune revisioni. Tali temi concernono soprattutto la sessualità femminile, il complesso di Edipo, l'Ideale dell'Io.
La creatività costituisce un aspetto marginale del discorso qui sviluppato dalla Chasseguet-Smirgel. L'Autrice vi fa infatti riferimento solamente in relazione alle manifestazioni artistiche legate alla perversione.
 
E.Neumann, L'uomo creativo e la trasformazione, Marsilio, Padova 1975. Un volume di 66 pagine.
(originale: Der schoepferische Mensch und die Wandlung, Rhein Verlag, Zuerich 1955).
Il volume riporta un lungo saggio, presentato nel 1954 al congresso di Eranos, dello psicologo junghiano Neumann preceduto da un'introduzione di M.Trevi che presenta l'Autore e illustra la sua opera.
Neumann ha compiuto studi indagando gli aspetti psicodinamici presenti in miti e simboli elaborati da varie tradizioni culturali. In questa sua attenzione a tali produzione della mente umana l'Autore è condotto a privilegiare il concetto, fondamentale nella teoria psicoanalitica di Jung, di "archetipo". In coerenza con tale concetto e attingendo a dati offerti dall'etnologia e dall'antropologia culturale, Neumann sviluppa una concezione della creatività quale emergere dell'inconscio collettivo e trasformazione del patrimonio simbolico comune.
Questa interpretazione della creatività, intesa soprattutto come capacità di rinnovamento della cultura, è discussa anche in relazione ai problemi della società contemporanea.
 
M.Spira, Creatività e libertà psichica, Borla, Roma 1986. Un volume di 167 pagine.
La psicoanalista argentina, residente a Ginevra, affronta in questo testo i temi della creazione artistica e, più in generale, dello sviluppo mentale. L'Autrice fa riferimento, sul piano teorico, sia a concezioni originarie di Freud sia ai contributi della psicoanalisi kleiniana, soprattutto di Bion.
La Spira riprende, nel corso dell'opera, temi fondamentali della teoria psicoanalitica, quali le relazioni oggettuali e le dinamiche dell'inconscio. La trattazione, basata su riflessioni riguardanti casi clinici, si apre talvolta alla discussione di aspetti psicodinamici della produzione artistica al fine di individuare alcuni meccanismi che favoriscono, nel corso della maturazione affettiva, l'affermarsi di una struttura psichica che permetta all'individuo di operare creativamente con i propri contenuti mentali.
 
 
e) Come si evolve la creatività nel corso dello sviluppo del bambino?
L.S. Vygotskij, Immaginazione e creatività nell'età infantile, Editori Riuniti, Roma 1972. Un volume di 140 pagine.
Questo testo, la cui edizione originale in lingua russa apparve negli anni Trenta, raccoglie osservazioni e considerazioni di uno dei più noti esponenti della psicologia dello sviluppo a riguardo del tema della creatività.
Nei primi capitoli del testo Vygotskij espone i principi della proprio modo di intendere la creatività: la creatività è un'abilità di tutti gli individui; la creatività consiste nella rielaborazione e ricomposizione di elementi già noti; fantasia e realtà non sono mondi totalmente distinti ma tra esse intercorrono rapporti; esistono stretti legami tra immaginazione ed emozioni; i modi di manifestarsi della creatività dipendono dalle circostanze ambientali; l'immaginazione si sviluppa attraverso una serie di tappe, in ciascuna delle quali -corrispondente a fasce cronologiche ben precise- essa si esprime in forme proprie; il momento critico decisivo nello sviluppo dell'immaginazione è rappresentato dalla maturità sessuale.
Nella seconda parte del libro sono prese in esame, nei loro aspetti evolutivi e con attenzione ai risvolti educativi e didattici, alcune manifestazioni della creatività quali la produzione letteraria, le rappresentazioni teatrali e il disegno.
 
 
f) Quali studi sono stati compiuti in Italia sulla creatività?
 
O.Andreani e S.Orio, Le radici psicologiche del talento. Ricerca su intelligenza e creatività, Il Mulino, Bologna, 1972. Un volume di 404 pagine.
Il volume descrive un'ampia ricerca -condotta negli anni '60 all'interno di un progetto dello IARD- compiuta su 128 ragazzi, frequentanti scuole medie milanesi, che avevano mostrato notevoli attitudini intellettive. Lo scopo dello studio era quello di individuare, attraverso la somministrazione di vari reattivi mentali, questionari e un' intervista clinica, i fattori cognitivi, affettivi, motivazionali, sociali e di personalità che favoriscono lo sviluppo di eccezionali capacità intellettive.
Parte del lavoro è stata finalizzata anche all' indagine dei rapporti tra intelligenza generale, stili cognitivi, aspetti della personalità e creatività (misurata attraverso alcuni indici ricavati dalle risposte fornite a test proiettivi).
Il testo, oltre a riportare metodologie e risultati della ricerca, include anche alcuni capitoli in cui vengono discussi vari aspetti della plus-dotazione intellettuale. In particolare, il capitolo 4 è dedicato a una breve disamina dei vari indirizzi di studio della creatività e dei rapporti esistenti tra creatività e intelligenza, mentre i due successivi capitoli affrontano il tema, rispettivamente, del rapporto tra creatività e personalità e tra creatività, umorismo e aggressività. Inoltre nel capitolo 4 è riportata una dettagliata descrizione dela celebre ricerca sulla creatività compiuta nel 1962 da Getzels e Jackson su adolescenti di 11-18 anni.
 
A.C.Bosio (a cura di), Sulla creatività, Vita e Pensiero, Milano 1979. Un volume di 164 pagine.
Il libro raccoglie una serie di studi su specifici aspetti della creatività.
La maggior parte dei contributi scientifici qui presentati riguardano i rapporti tra pensiero creativo e stili cognitivi.
Tra le ricerche comprese nel testo si segnalano, in quanto attinenti problemtiche didattiche, due indagini condotte nell'ambito della scuola media: una concernente gli atteggiamenti degli insegnanti nei confronti dei ragazzi creativi e l'altra concernente i risultati di un programma di addestramento al pensiero creativo.
 
G.Calvi, Il problema psicologico della creatività, Ceschina, Milano 1966. Un volume di 157 pagine.
Il presente volume comprende una serie di ricerche compiute da Calvi e da suoi collaboratori all'interno di un progetto IARD volto alla costruzione di un test di pensiero creativo (il test "Espressioni").
Nel primo capitolo Calvi affronta alcune questioni generali concernenti gli aspetti psicologici della creatività. Si accenna alle trasformazioni culturali e sociali che hanno motivato l'interesse per lo studio scientifico della creatività e si compie una breve rassegna delle prospettive di ricerca inaugurate in questo campo, soffermandosi sopprattutto sull'opera di Guilford.
Nei capitoli successivi è discussa la fondazione teorica del test "Espressioni", sono illustrate le prove di cui il reattivo si compone e sono riportati i risultati relativi alle sue prime somministrazioni-pilota e le considerazioni e i suggerimenti di revisione da queste scaturite.
Segue la descrizione di alcune ricerche volte a verificare la validità del test su un campine di ragazzi e uno di adulti e l'attendibilità della procedura di attribuzione dei punteggi, Sono infine riportate le norme per la valutazione dei protocolli.
 
M.D'Alessio e L.Mannetti, Sul pensiero creativo. Ipotesi e contributi di ricerca, Bulzoni, Roma 1976. Un volume di 135 pagine.
Il volume raccoglie una serie di ricerche a riguardo della creatività condotte con bambini di 5 e 6 anni frequentanti la scuola materna.
Nel capitolo introduttivo le Autrici affrontano alcune questioni generali legate allo studio della creatività: le motivazioni sociali e culturali sotteste a tale studio, la creatività nell'età prescolare, i rapporti tra ambiente familiare e scolastico e creatività, l'addestramento al pensiero creativo. Secondo la concezione della D'Alessio e della Mannetti la creatività si identifica con il complesso di strategie di pensiero non riproduttive, cioè non basate sull'imitazione, la ripetizione, la conformità a modelli dati. E' convinzione delle Autrici che già in età precoce l'attitudine al pensiero creativo sia distinta dall'intelligenza generale. L'istruzione scolastica successiva atrofizzerebbe tuttavia le risorse innovative del pensiero infantile a vantaggio di procedure di ragionamento standardizzate.
Nella maggior parte delle ricerche empiriche descritte nel libro è impiegato il test di Wallach e Kogan in una versione italiana adattata per bambini di età prescolare di cui viene provata la validità. Le prestazioni di pensiero creativo misurate con tale reattivo mentale sono quindi messe in rapporto con il quoziente di intelligenza, lo status socio-economico, l'ordine di nascita, lo stile educativo dei genitori (a questo riguardo è riportato nel testo un questionario per il rilevamento di questa variabile psico-pedagogica), il giudizio degli insegnanti, l'esperienza scolastica.
Le Autrici descrivono infine una prova di creatività di propria invenzione, prova indipendente dagli effetti della competenza linguistica e motoria dei soggetti.
 
M.Fattori, Creatività e educazione, Laterza, Bari 1968. Un volume di 155 pagine.
Il libro si compone di due parti. La prima parte presenta una breve rassegna degli studi psicologici sul pensiero creativo (vengono presi in considerazione autori quali Guilford, Wertheimer, Getzels e Jackson, Rogers) e sul rapporto tra creatività e personalità. In questa sezione del volume sono inoltre descritti alcuni test di pensiero creativo (test di Guilford e di Torrance) e sono discusse alcune implicazioni pedagogiche della creatività.
La seconda parte del testo illustra i risultati di una ricerca condotta dall'Autrice negli anni 1964-1966 in scuole medie romane. In tale ricerca ci si propose di validare il test "Espressioni" di Calvi attraverso la valutazione di composizioni scritte di carattre autobiografico prodotte dagli alunni. Piu' precisamente, i componimenti dei ragazzi vennero interpretati individuando negli elaborati le seguenti caratteristiche: apertura/chiusura verso l'esperienza, parametri di giudizio interni (personali)/esterni (apprezzamento da parte di altre persone), capacità di giocare liberamente con le idee. Ulteriori elementi di valutazione impiegati furono: assenza/presenza di luoghi comuni, presenza/assenza di umorismo, assenza/presenza di aggressività, accentuazione di particolari/resoconto cronachistico, atteggiamenti nei confronti della scuola. In base a questi criteri di lettura dei componimenti gli alunni furono classificati come "creativi" o "non creativi".
Il test "Espressioni" fu applicato modificando le procedure di correzione dei protocolli rispetto alla versione originale. Infatti, secondo la Fattori il metodo di scoring originalmente proposto da Calvi rischia di premiare la produttività dei soggetti anziché la funzionalità delle risposte.
La ricerca ha avuto anche lo scopo di verificare eventuali correlazioni tra creatività e altre variabili, quali: l'intelligenza (misurata per mezzo delle matrici di Raven), lo status socio-economico, le valutazioni di creatività compiute dagli insegnanti di materie letterarie e di educazione artistica, i voti di profitto, alcuni indici sociometrici.
Per quanto concerne il rapporto tra creatività e intelligenza, si è notata una correlazione tra queste due variabili nei loro valori medi e bassi, ma non nei livelli alti. La creatività è risultata in genere correlata con il livello di cultura familiare e il livello economico (entrambi misurati con questionari), ma in misura inferiore di quanto lo sia l'intelligenza. La creatività si è inoltre rivelata correlata al profitto scolastico. Infine, si è osservato che gli insegnanti difficilmente sono capaci di individuare i ragazzi creativi. L'applicazione di sociogrammi mette in evidenza che i soggetti creativi sono in genere i leader della propria classe scolastica.
 
   
Stimolare la creatività
 
a) In che cosa consiste il linguaggio "creativo"? Come si può favorire lo capacità di esprimersi verbalmente in modo creativo?
 
O.Cestaro, D.Orlando Cian, L.Passuello e I.Sanfilippo, Gli occhi nuovi della metafora. Il rapporto creativo dell'uomo con se stesso, con gli altri, con il mondo, Libreria Gregoriana Editrice, Padova 1986. Un volume di 143 pagine.
Il libro presenta una raccolta di contributi vertenti sul tema della metafora, prospettando alcune possibilità di trasposizione di idee e suggerimenti, desunti dallo studio di tale figura retorica, nell'ambito dell'educazione linguistica.
Il testo segue un'impostazione prevalentemente teorica. Il primo capitolo è dedicato a una rassegna delle indagini sulla metafora in ambito linguistico, epistemologico e pedagogico. Il secondo capitolo analizza il ruolo della metafora all'interno delle fiabe. Il terzo e quarto capitolo discutono problemi di educazione linguistica, insistendo sulla metafora quale strumento espressivo e cognitivo utile per uno sviluppo creativo della mente infantile.
 
M.R.Crema e D.De Robertis, Viaggio nel linguaggio figurato. La creatività linguistica, Bulzoni, Roma 1987. Un volume di 136 pagine.
Il testo riporta alcune ricognizioni teoriche in tema di creatività nell'ambito del linguaggio e la descrizone di una ricerca condotta in questo campo.
Il primo capitolo espone, in forma di brevi schede, alcune concezioni della creatività linguistica o di aspetti creativi del linguaggio verbale. Sono presi in esame vari autori: W.Humboldt, N.Chomsky, L.S.Vygotskij, D.Parisi e C.Castelfranchi, A.Fonzi e E.Negro Sancipriano, J.S.Bruner, Desrosier, S.Arieti e J.Lacan.
Il secondo capitolo tratta dello sviluppo delle capacità linguistiche nel bambino da 6 a 14 anni.
Il terzo capitolo riporta i risultati di un'indagine condotta con bambini di scuola elementare (8 anni) e dellla scuola media (11 anni) i quali erano stati invitati a comporre testi scritti a partire da stimoli poco strutturati che permettevano un'ampia possibilità di elabrazione. I prodotti dei bambini, riportati alla fine del testo, sono stati analizzati in base ad aspetti formali e contenutistici secondo criteri illustrati nell'Appendice del volume. Parte dell'analisi è stata dedicata all'individuazione, nei testi esaminati, di figure retoriche spontaneamente create dai bambini.
Il quarto capitolo offre alcune indicazioni didattiche per l'educazione all'espressione linguistica originale e creativa.
 
F.Farina, Creatività e funzioni della lingua, SEI, Torino 1981. Un volume di 120 pagine.
Questo volume suggerisce alcuni spunti per un'educazione linguistica volta ad ampliare le possibilità del repertorio verbale dei bambini e a condurre questi ultimi a esprimersi verbalmente in modo personale e originale, evitando il ricorso a formule stereotipate o impoverite.
Nella prima parte del libro l'Autrice illustra i principi sottesi all'analisi delle funzioni della lingua. La Farina si rifà principalmente alle teorie di Jacobson, dedicando particolare attenzione alla metafora.
Nella seconda parte del testo vengono prospettate alcune applicazioni operative. Lo scopo di questi suggerimenti didattici è quello di far maturare nei bambini la consapevolezza dei principali elementi strutturali del linguaggio verbale e dei suoi possibili impieghi. L'Autrice invita soprattutto a valorizzare gli elementi di polisemia, ambiguità e di apertura presenti nell'espressione verbale, cioè quegli aspetti utili a una produzione di parole libera e creativa la quale permetta di non cadere vittima di schemi d'uso consolidati e conformistici.
Le proposte qui illustrate sfruttano, invitando a costruire storie o disegnare vignette, prevalentemente il potere immaginativo contenuto nelle metafore. Altre proposte si appuntano sulla scoperta degli aspetti figurativi di certe espressioni verbali, sul coglimento di somiglianze, opposizioni, sull'uso ludico delle parole attraverso la composizione di filastrocche basate sugli elementi fonici del linguaggio.
Il libro fa esclusivo riferimento a teorie linguistiche e semiologiche e non accenna mai a teorie psicologiche della creatività.
 
F.Marini Mariucci, Creatività e linguaggio nella prescuola e a scuola. Alla ricerca del significato, Armando, Roma 1976. Un volume di 183 pagine.
Il volume affronta il tema dell'acquisizione della competenza linguistica semantica da parte del bambino da 3 a 11 anni.
Il primo capitolo è dedicato a questioni di linguistica e ad alcuni appunti sullo sviluppo mentale infantile, con particolare riferimento alle teorie psicologiche di Vygotskij.
Nel secondo capitolo vengono descritte osservazioni ed esperienze condotte con bambini di età prescolare a riguardo dell'assimilazione del significato delle parole. Tali esperienze coinvolgono l'espressione grafico-pittorica, l'uso di immagini e attività basate sulla narrazione.
Il terzo capitolo riporta analoghe esperienze condotte con bambini della scuola elementare e del primo anno della scuola media. Abbondanti sono le citazioni di interazioni verbali tra insegnante e alunno o di produzioni linguistiche dei bambini.
Conclude il volume una breve bibliografia ragionata.
Il tema della creatività è discusso in questo libro facendo riferimento alle possibilità di impiego flessibile e originale dell'espressione verbale, attraverso lo sfruttamento delle ambiguità semantiche presenti nelle parole del linguaggio infantile.
 
 
b) Come si può stimolare la creatività nelle e attraverso le attività grafico-pittoriche e manipolativo-costruttive? Qual è il rapporto tra espressione creativa e prodotto artistico?
 
A.Bassi e A.Santoni Rugiu, Creatività e deprivazione artistica, La Nuova Italia, Firenze 1969. Un volume di 216 pagine.
Il volume affronta alcune tematiche collegate alla creatività nell'ambito dell'insegnamento delle discipline artistiche e presenta alcuni dati relativi a un'indagine compiuta dagli Autori su alunni frequentanti scuole della città di Ferrara.
Nel testo si alternano capitoli dedicati alla rassegna di studi psicologici, a considerazioni di ordine pedagogico e didattico, a rilievi di tipo sociologico e alla descrizione dei risultati della ricerca effettuata dagli Autori.
Per quanto concerne le problematiche psicologiche affrontate nel testo, si segnalano i seguenti argomenti: rapporti tra creatività e stili percettivi e cognitivi (la campo-indipendenza in particolare), tra creatività e intelligenza, tra creatività e rendimento scolastico.
Nella ricerca compiuta da Bassi e Santoni Rugiu, volta a individuare elementi di differenziazione tra studenti di istituti artistici e studenti frequentanti altri ordini scolastici e all'interno del campione del primo campione di studenti, sono stati impiegati strumenti psicodiagnostici -quali la scala Wechsler-Bellevue e il test di Rorschach-, questionari concernenti motivazioni, interessi, abitudini, preferenze e atteggiamenti, indicazioni provenienti dal profitto scolastico e da prove di composizione scritta e di espressione grafica.
 
V.Lowenfeld, La natura dell'attività creatrice, La Nuova Italia, Firenze 1968. Un volume di 149 pagine (tavole fuori testo).
(originale: The nature of creative activity, Routledge and Kegan Paul, London 1939; seconda edizione 1952).
Il libro espone i risultati di ricerche compiute dall'Autore sulla produzione artistica di bambini ciechi e con disturbi visivi, alunni cui Lowenfeld dedicò molti anni di insegnamento.
I dati acquisiti attraverso l'analisi di tale materiale, comparato con quanto prodotto da bambini normovedenti e da popolazioni primitive, permettono all'Autore di distinguere i vari elementi -visivi, tattili, intellettivi- che intervengono nell'espressività artistica infantile.
Sulla base delle conoscenze così acquisite Lowenfeld delinea una teoria dello sviluppo del disegno infantile, di cui distingue gli stadi, ciascuno caratterizzato da un particolare tipo di schema mentale.
 
V.Lowenfeld e W.L.Brittain, Creatività e sviluppo mentale, Giunti Barbèra, Firenze 1984 (seconda edizione rifatta). Un volume di 531 pagine.
(originale: Creativity and mental growth, MacMillan, New York 1982, settima edizione rifatta).
Il libro è volto a sottolineare l'importanza dell'educazione artistica per lo sviluppo globale della personalità infantile. Le manifestazioni e le attività di tipo artistico costituiscono, a parere degli Autori, un luogo privilegiato per l'osservazione e lo studio dello sviluppo percettivo, cognitivo, espressivo-comunicazionale e sociale del bambino. Sono questi temi affrontati nei primi capitoli del testo

Nessun commento:

Posta un commento